MOTOGP09/02/2021
Moto GP, Rossi: “Il decimo titolo non è un’ossessione”
Per il dottore il decimo titolo rimane un obiettivo, ma il pilota Yamaha sa che non sarà facile avvicinarsi a quella vetta
Sport Today
Manca ancora un pò all'inizio del mondiale di Moto GP, ma Valentino Rossi ha già in mente quali sono gli obiettivi per la stagione che sta per cominciare. All'alba dei suoi 42 anni, "il dottore" conosce praticamente tutto della vita del paddock. Per questo, grazie alla sua enorme voglia ed esperienza, nella sua mente l’obiettivo è però sempre lo stesso: vincere quel titolo mondiale che manca dal 2009, arrivando al numero tondo. Cioè dieci.
Nonostante Valentino non vinca una gara dal lontano 2017 ad Assen, l'idea di fare bene e provarci fino alla fine è nel suo Dna, come spiega al Corriere della Sera. "Corro perché penso di riuscire a vincerlo. Ma non è un’ossessione. Sarei contento di fare bene, fare podi, essere protagonista, in lotta. Vincere è una faccenda tosta, perché il livello dei piloti è altissimo. Ho avuto almeno tre opportunità in questi anni, è mancato sempre un pelo, qualche caduta di troppo e spesso abbiamo sofferto tecnicamente“.
Rossi conferma anche che a 42 anni, il suo modo di intendere il motociclismo e la sua tecnica di guida non sono cambiati: "“Spingo al massimo evitando di fare sciocchezze. Sono sempre stato così, cercavo di preservarmi anche a 20 anni. Mai stato un pilota spericolato. È che vorrei confrontarmi sul tema ‘correre a 40 anni’ ma è impossibile: nessuno è rimasto in sella così tanto“.
Quello che secondo il centauro di Aprilia è cambiato è invece tutto quello che sta intorno al circus: "Sono cambiate le priorità. A vent’anni pensi a correre e poi a correre. Fine. Cosa accade tra una gara e l’altra non lo ricordi neanche. Adesso è diverso, anche se tra allenamenti, alimentazione da curare, gare e test, le giornate sono identiche a quelle del passato. Però, i pensieri sono anche altri. Riesco persino e seguire un po’ la politica. Continuo a non capire una mazza, ma seguo. Non sono mai stato troppo critico con Conte, con il governo. Mi pare sia difficile gestire questo caos, tutti i Paesi del mondo sono andati in crisi, ed è facile disapprovare chi cerca di risolvere. Spero in un piano serio per i vaccini e in un sostegno per i lavoratori in difficoltà che sono e saranno tanti. Vorrei una vera strategia per riprendere una normalità, per apprezzare più di prima l’Italia. In questo senso siamo più fortunati di altri: viviamo in un luogo bellissimo“.