CICLISMO23/06/2023
Pinot: “in discesa penso sempre a Mader”
Discese lontano dagli arrivi e rete di protezione i suggerimenti di un ciclista a fine carriera. Perché la questione sicurezza è più viva che mai
Sport Today
“Dal giorno dell’incidente che è costato la vita a Mader, penso a lui praticamente ogni volta che faccio una discesa” ha affermato Thibaut Pinot a L’Equipe. Il francese non era neanche al Giro di Svizzera, ma Mader era un corridore come lui e spesso si trovavano a scambiare qualche parola in fondo al gruppo. “Gli volevo bene” confida.
Pinot (33 anni, ritiro programmato a fine stagione) pone l’attenzione sul problema sicurezza. “Io sono un ciclista che si prende un po’ meno di rischi rispetto agli altri – spiega – forse perché sono più conscio del pericolo. Spesso si dice che devi staccare il cervello quando sei in bicicletta, ma io ho sempre fatto fatica con questa idea. Il fatto è che facciamo uno sport pericoloso”. E poi non manca di fare una piccola polemica. “Mi dispiace vedere che nei notiziari in televisione almeno un terzo delle immagini sono quelle relative alle cadute. Per noi corridori è frustrante, penso che ci sia molto di più da mostrare del nostro sport”.
Ma se il ciclismo è pericoloso qualcosa si può fare per aumentare il livello di sicurezza delle gare, come “mettere qualche rete di sicurezza in più lungo le discese, come fanno nello sci alpino” e rivedere i percorsi. “Mettere gli arrivi in fondo alle discese – dice Pinot – spesso causa problemi; lo abbiamo visto anche al Giro dei Paesi Baschi 2023. Bisogna pensare che i corridori non hanno nulla che possa proteggerli del tutto”.