CICLISMO15/06/2023
Giro Next Gen: la giuria manda a casa 24 corridori
Alla base della squalifica episodi di traino lungo i tornanti dello Stelvio. Coinvolti anche quattro ds. Coppolillo: "imbarazzato, abbiamo mancato di rispetto al ciclismo"
Sport Today
Squalifica per 24 corridori e 4 direttori sportivi al Giro Next Gen. L’accusa nei loro confronti è quella di traino lungo la salita dello Stelvio. Alcuni corridori si sono attaccati anche alle moto della Polizia che segue la corsa. Per i ciclisti ci sono 100 franchi di ammenda, 25 punti di penalità nella classifica Uci e la squalifica. Per i direttori sportivi, invece, 100 franchi svizzeri di ammenda e l’esclusione del veicolo dalla manifestazione, senza la possibilità di sostituzione. Il comunicato della giuria è arrivato ieri in tarda serata.
I corridori squalificati sono Agnoletto Blake (Ara), Bregoli Riccardo (Asd G.C. Sissio Team), Franzosi Luca (Asd G.C. Sissio Team), Gazzola Giovanni (Asd G.C. Sissio Team), Marocchi Tommaso (Asd G.C. Sissio Team), Freddi Matteo (Btc), Di Silvestro Jacopo (Ciclistica Rostese), Ferrari Pietro (Ciclistica Rostese), Ghirardi Lorenzo (Ciclistica Rostese), Ragilo Frank Aron (Dds), Pezzo Rosola Kevin (Gef), Hobbs Alfred Bruce Noah (Cgf), Manenti Marco (Hoppla’-Petroli Firenze-Don Camillo), De Decker Tijl (Ldd), Magli Lorenzo (Mastromarco Sensi Fc Nibali), Venturini Alessandro (Mastromarco Sensi Fc Nibali), Portello Alessio (Q3c), Gudnitz Joshua Amos (Tcq), Nielsen Lorents Magnus (Tcq), Perani Riccardo (Team Interregionale), Collinelli Luca (Ter), Montefiori Matteo (Ter), Umbri Gidas (Ter) e Evertsen-Hegreberg Simen (Ter). I direttori sportivi coinvolti, invece, sono Wilson Matthew (Ara), Toffali Marco (Asd G.C. Sissio Team), Damilano Giuseppe (Ciclistica Rostese) e Dal Canto Dario (Mastromarco Sensi Fc Nibali).
Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Coppolillo (ds alla Technipes-InEmiliaRomagna, con tre ragazzi squalificati), che ha dichiarato di essere “imbarazzato” per quanto successo, non riuscendo a “concepire un atteggiamento del genere”. “Ma lo sai cosa mi dà più noia? – afferma parlando a Bicisport – Chi prova a giustificare, dicendo: ma nel ciclismo queste cose succedono. No, non è vero. Non stiamo parlando di una scia o di un aiuto momentaneo. Il ciclismo non è questo. Abbiamo fatto una figuraccia davanti al mondo intero. Abbiamo mancato di rispetto agli organizzatori, agli sponsor, al pubblico. Ognuno di noi indossa una maglia e dovrebbe fare di tutto per difenderla e onorarla”. “Il ciclismo – ha ricordato l’ex professionista – è questo, è uno sport durissimo che si fa all’aria aperta e che non perdona. Chi non arriva entro il tempo massimo torna a casa, ma in cima alle salite ci si arriva a testa alta e con le proprie gambe. Se si dà tutto quello che si ha non c’è niente di cui vergognarsi. Così come non è un reato rendersi conto di essere inadatti: è vero che lo Stelvio è duro e che questi ragazzi non sono abituati a salite del genere, ma se non si è in grado di affrontare fisicamente e mentalmente una sfida del genere allora si rimane a casa. Non si va in giro ad infangare così il ciclismo”.