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CICLISMO14/08/2023

Ciclismo, le amare riflessioni di Davide Cassani: "Il movimento fatica e continuerà a faticare"

L'ex CT degli Azzurri pensa ai Giochi di Parigi: "Lavoro specifico, determinazione, programmazione per fare miracoli, ma senza squadre, giovani, strutture non ci rimetteremo in carreggiata".

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Nel suo corsivo su 'La Gazzetta dello Sport' Davide Cassani si occupa di stilare il bilancio del Mondiale scozzese, provando a delineare il chiaroscuro che c'è all'orizzonte, quell'orizzonte chiamato Parigi 2024: "Filippo Ganna ha salvato ancora una volta la baracca, ma sinceramente speravo di vedere più azzurro. Nota di merito per Lorenzo Milesi, che si è laureato campione a cronometro, sbaragliando il campo: per vincere in questa disciplina si deve avere un passato da giocatori? Come Evenepoel, anche Milesi frequentava i campi da calcio.. Lorenzo è già un professionista, e una promessa: ci vuole pazienza, ma diventerà molto forte, non solo a cronometro; sì, può essere un corridore da corse a tappe".

Non c'è una ricetta per essere più competitivi tra un anno: "Cosa possiamo aspettarci ai prossimi Giochi Olimpici? Bisogna lavorare tanto, se non vogliamo rimanere a secco. In pista il quartetto maschile è sempre competitivo, Marco Villa continua a fare miracoli, perché siamo gli unici a schierare tre stradisti (Consonni, Ganna, Milan) e siamo arrivato ai Mondiali senza una preparazione adeguata; per bissare la medaglia d'oro di Tokyo e battere così Danimarca e Gran Bretagna devono però scendere di 5" rispetto al tempo della finale, per farlo si deve lavorare e parecchio sulla pista. In campo femminile nessun risultato, ma si era reduci da infortuni abbastanza seri, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini su tutte. In vista di Parigi dobbiamo trovare il giusto compromesso tra pista e strada: dobbiamo capire dove si è sbagliato, cercando di programmare assieme alle squadre di club l'avvicinamento perfetto per i Giochi Olimpici; Matteo Villa ha sollecitato Letizia Paternoster a un maggiore impegno, qualche anno fa volava, Elia Viviani può conquistare un'altra medaglia olimpica, ma non è più un ragazzino e deve incentrare la sua stagione su quello, come ha detto farà".

Al di là di azzeccare la strategia e la forma, sono operazioni radicali che devono cambiare il volto del ciclismo in Italia: "Filippo è il punto fermo a cronometro, a Tokyo avrebbe ottenuto la medaglia con un percorso più pianeggiante, a Parigi sarà il suo obiettivo, specie se Remco Evenepoel dovesse prendere parte al Tour. Per preparare la cronometro olimpica meglio la pista e un allenamento mirato che una corsa a tappe di tre settimane; ritornando allo stato del ciclismo di casa nostra, è evidente che facciamo fatica: sempre meno squadre, meno gare organizzate, meno U23, meno Juniores, meno Allievi. Abbiamo un velodromo coperto: se non invertiamo il trend, andremo sempre più in basso e risollevarsi sarà molto complesso".

Getty Images - Italia quartetto inseguimento