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CALCIOMERCATO14/12/2020

Raiola: "Il ritiro di Ibrahimovic è ancora lontano"

Le parole del procuratore dello svedese alla consegna del premio Golden Boy. Raiola ha parlato anche di altri suoi assistiti come Balotelli e Pogba.

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Mino Raiola, uno dei procuratori più potenti e influenti del mondo del calcio, è intervenuto durante la consegna del Golden Boy, premio assegnato ogni anno da Tuttosport. Raiola ha parlato di parecchi dei suoi assistiti, in particolare di Zlatan Ibrahimovic: secondo lui il ritiro dello svedese è ancora lontano.

“L’ho creato ioi, gioca perché lo faccio giocare io - dice a proposito di Ibra -. Ho visto grandissimi giocatori a un certo punto stanchi, mi facevano quasi pena perché volevano continuare ma non ce la facevano più. Non l’ho mai visto in Zlatan, per me può facilmente giocare altri 5 anni. Ho visto anche come ha recuperato dopo gli infortuni. Mi pento solo sia andato in MLS, tempo sprecato: è andato per giocare ma doveva rimanere nel calcio vero. Cinque anni insieme li facciamo poi vediamo, gli facciamo fare il presidente di un club, dell’Uefa, qualcosa per cambiare il calcio davvero”.

Raiola ha poi commentato la firma di Mario Balotelli col Monza, “Può essere fondamentale per i brianzoli. Il potenziale è indiscutibile anche se è indietro nella preparazione e faremo di tutto per metterlo in condizione. Avere Balotelli fa capire che il Monza non vuole giocare a lungo in Serie B ma salire in A”.

Poi il procuratore fa i complimenti a De Ligt, ormai una colonna della Juventus: “Un giocatore non banale. E’ onesto, anche quando si deve criticare. Un leader nato, prende decisioni per sé e per il gruppo. E’ stato invitato alla Casa Reale, non fa discutere, mette d’accordo tutti su ciò che dice e fa. Può gestire un Paese. A Torino? Parla italiano meglio di me”.

Infine due parole sul futuro di Pogba, escludendo però un trasferimento già a gennaio: “In Inghilterra sono molto sensibili quando si parla di Pogba. Ho espresso un mio pensiero, un mio parere. Niente di eclatante, credo sia chiaro, e cioè che i grandi giocatori difficilmente si muovono a gennaio”.

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