CALCIO22/03/2021

Zlatan Ibrahimovic, quando anche gli Dei si commuovono

Ibrahimovic torna in Nazionale dopo 5 anni d'assenza e riparte subito con un grande show in conferenza stampa, tra battute, sorrisi e lacrime.

Sport Today

Non poteva di certo essere banale il ritorno di Zlatan Ibrahimovic tra i convocati della Nazionale svedese di calcio. Ibracadabra si è presentato in conferenza stampa spavaldo, carico come sempre, ma è apparso anche emozionato e, addirittura, in lacrime parlando dei figli. Una scena a cui non siamo di certo avvezzi, abituato a sentirlo definirsi "Dio", il "migliore al mondo", "il leone" e chi più ne ha più ne metta. Invece, questa volta, c'è stato spazio per la pura umanità di un uomo che parla dei propri figli. Ci piace.

Dopo 5 anni di assenza, riecco Ibra in conferenza stampa per il proprio paese. Gli argomenti trattati sono stati tanti, primo tra tutti i rapporti con il CT Andersson:

"Un incontro molto positivo. Abbiamo parlato di tutto, della mia visione e della sua visione. Ci siamo capiti. Alla fine, si trattava di ciò che è meglio per la Svezia. Non vengo qui perché sono Zlatan o Ibrahimovic. Tutto quello che ho fatto prima non ha importanza, sono qui per dare il mio contributo. Voglio stare bene fisicamente. In questo momento mi sento bene. Io sono forte. Sono qui solo per aiutare e fare del mio meglio. Se me lo chiedi, sono il migliore al mondo...".

Le lacrime, però, arrivano quando Zlatan inizia a parlare dei suoi figli, rimasti in Svezia con la moglie mentre lui si prende sulle spalle il destino del Milan:

"Ho due piccoli a casa che calciano il pallone, mia moglie mi chiede di dirgli di smetterla ma io dico di no, possiamo comprare cose nuove se si rompono... Come hanno preso il mio ritorno in Svezia? Avevo Vincent qui che piangeva davvero quando sono andato via. Ma ora va bene...". Qui è costretto a fermarsi, commosso. Inutile negarlo, ha fatto un certo effetto.

Dopo questo momento di tenerezza, però, torna subito il vero Zlatan, riprendendo il discorso sulla nazionale.

"La volontà cresceva sempre di più, avevo seguito la nazionale e giocare in nazionale è una delle cose più belle nel calcio. Ma non dipendeva solo da me. Deve corrispondere a ciò che vuole il c.t.. Sono qui per decidere le partite, come succede anche al Milan. Non scendo in campo per perdere tempo. Però sono a disposizione del c.t., toccherà a lui valutare e decidere. Non avrei problemi ad iniziare dalla panchina, sono qui per aiutare la squadra. Non pretendo nulla. E il capitano è Granqvist".

In particolare, per quanto riguarda il numero di maglia, Zlatan sembra avere rifiutato la numero 10 offerta da Forsberg, ma ha chiesto "in prestito", la 11 a Isak. E qui ci scherza sopra, con il suo stile:

"L'ho chiesta gentilmente in prestito a Isak, potrà riaverla quando me ne andrò io, tra 6-7 anni...".

Poi una parola sul Milan, davvero affettuosa in questo caso:

"Sono ottimista. Una giornata senza i giocatori del Milan è come una giornata senza i miei figli. Questa è la relazione che abbiamo creato. È come se fossimo seduti in una stanza e tutti stessero aspettando che Zlatan venga a dirci cosa fare, io voglio farne parte. Mi piace il progetto che sta facendo il Milan in questo momento".

In ultimo, uno spazio viene dedicato per parlare della persona di Zlatan Ibrahimovic e, più in particolare, della sua età. Discorsi che al gigante di Rosemberg non piacciono molto:

"Andare al Mondiale 2022 dipenderà da come mi sentirò, dovrò dimostrare di non avere 41 anni anche se in realtà li avrò. Conta la gestione del mio fisico, ora che non posso più fare come 5, 10 o 20 anni fa. A volte si blocca. La testa a volte è più veloce di quanto le gambe possano sopportare. Ma in questo momento si tratta solo di sentirsi bene e giocare, ogni volta che scendo in campo sono come un bambino che tocca il pallone per la prima volta. Non era così prima dell'infortunio, è arrivato dopo. Se è la testa a decidere, non mi fermo mai. Non sono lo stesso giocatore di prima, ma continuo a giocare".