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SERIE A18/10/2021

Pochi spettatori e troppe crypto valute

Affluenza agli impianti sportivi non eccelsa e certe sponsorizzazioni preoccupano.

Sport Today

Per quanto mi riguarda, la domenica di sport che ci siamo lasciati alle spalle, presenta due dubbi, belli grossi, che ci porteremo dietro per parecchio tempo. Almeno questa è la mia sensazione. Il primo riguarda il pubblico “dal vivo” presente alle partite, e non solo a quelle di calcio. Se vi è capitato di dare un’occhiata a qualsiasi tipo di disciplina che si svolgeva di fronte un pubblico pagante (o, ancora meglio se eravate presenti all’evento) vi sarete accorti come gli spettatori, un po’ dovunque, erano decisamente meno, rispetto a quanti avrebbero potuto sistemarsi in tribuna, secondo l’ultimo decreto del governo. Per capirci, a quello che doveva essere il match clou del campionato di basket fra Milano e Venezia, non c’erano certo i 6500 spettatori che, per legge, avrebbero potuto presenziare. Non conosco i numeri del “borderò“ dell’Armani, che ufficializzerebbero i presenti al Forum, ma così, a prima vista, in tribuna non ci saranno state più di 3000 persone. Stessa cosa a Brescia, dove ero presente fisicamente. D’accordo che la Germani arrivava alla partita con Napoli ancora senza vittorie, ma il pubblico presente al PalaLeonessa (5000 posti abbondanti) non arrivava alle 2000 unità, almeno a sensazione. Era piena la curva degli “Ultras”, vuota quella opposta, decisamente poco gremite le due centrali. Passando al calcio, per non fissarci solo sul basket, poco pubblico un po’ dovunque, nonostante il 75% di capienza consentita, compresa Torino, dove era di scena la Roma. All’Allianz c’erano meno di 20.000 spettatori, quindi ben sotto la soglia dei biglietti vendibili per il match clou della giornata.

A questo punto è giusto chiedersi il motivo di questo mancato ritorno della gente agli eventi dal vivo. E lo stesso ha due risposte: 1) un certo timore “inconscio”, generato anche dalle limitazioni ancora in vigore, che possono far pensare che sia ancora in qualche modo pericoloso andare in tribuna. 2) il caro prezzi, con troppe squadre che hanno fatto un po’ come certi ristoratori che, per rifarsi del lockdown, hanno riaperto raddoppiando il costo delle portate.

Il secondo dubbio della domenica riguarda invece l’esplosione delle sponsorizzazioni delle crypto valute nel mondo del calcio. Se ci fate caso, non c’è praticamente squadra che non porti sulla maglia un marchio legato al mondo della block chain. C’è chi ce l’ha come primo sponsor, chi come secondo, chi come terzo, magari sulla manica della maglia, ma le crypto sono ovunque. In settimana il Corriere della Sera ha pubblicato un interessantissimo articolo a proposito, mettendo a nudo tutte le incongruenze e debolezze di questa nuova ondata di sponsorizzazioni che, in qualche modo, stanno tenendo in piedi il calcio, in questi tempi di magra. Dopo aver letto il pezzo in questione, ho parlato dell’argomento con un noto giornalista economico, che mi ha raccontato ancora meglio quello che sta succedendo, chiedendomi però di non essere citato, se avessi usato le sue “istruzioni per l’uso”. Eccole, quindi: la paura (fondata) è che la gran parte di queste società siano, oltreché una gigantesca composizione di scatole cinesi, che rimbalzano da Hong Kong, alle Isole Vergine passando per il Venezuela od il Lussemburgo, un enorme castello di carta, destinato inevitabilmente a crollare su sé stesso. Le stesse società sono troppe, così come le crypto valute che ogni giorno si aggiungono alla lista di quelle già esistente e commerciabili.

E prima o poi, essendoci “linfa” per sostenerne non più di un 20%, le altre finiranno inevitabilmente in default, portandosi dietro di tutto. Il sistema dei “Token” per i tifosi, che dovrebbe tenere in piedi molte di queste società, è un modello numericamente insostenibile, a meno che, ogni tifoso, di ciascuna squadra sponsorizzata, non diventi un vero e proprio investitore diretto del proprio logo commerciale, cosa ovviamente impossibile. Solo così il fiume di soldi che è arrivato ai club europei (non siamo soli, almeno in questo) sottoforma di sponsorizzazione attiva ed integrata, potrebbe continuare oltre ai primi mesi, che stiamo appunto vivendo. L’impressione di un po’ tutti gli esperti d’economia, è che siamo in mezzo ad una vera e propria bolla (il che non significa che Bitcoin ed altre crypto forti nella struttura non sopravviveranno) con molte società del settore che lasceranno sul campo ( di calcio….) morti e feriti. Secondo chi se ne intende, basta aspettare, e non per molto….

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