SERIE A22/03/2021
Juventus, e ora? I 5 punti da cui si deve ripartire
Dopo le batoste contro Porto e Benevento, urge un cambiamento in casa Juventus. Negli ultimi anni i ribaltoni sono stati tanti, ma non si ha mai avuto la sensazione di un progetto tecnico ben definito.
Sport Today
21 marzo 2021. Nel primo giorno di primavera la Juventus tocca il punto più basso degli ultimi anni, sconfitta in casa dal neo-promosso Benevento e restando a - 10 dall'Inter capolista. Ora l'obiettivo si sposta, per forza, dalla vittoria del campionato alla qualificazione in Champions League. Niente è ancora matematicamente deciso, ci mancherebbe, ma recuperare 10 punti a questa Inter appare veramente difficile, senza contare che bisogna anche pensare a respingere gli assalti delle inseguitrici, Napoli in primis.
Riallacciandosi allo show di Max Allegri di ieri sera al Club di Sky Sport, abbiamo provato a stilare i 5 punti da cui la Juventus deve necessariamente ripartire per tornare ad essere la corazzata dell'ultimo decennio.
1. Pirlo deve essere confermato: serve pazienza
Considerazione di partenza: forse Agnelli ha avuto troppa fretta nel liquidare Allegri e Sarri. Silurare Max è stata probabilmente una scelta dettata dalla baraonda emozionale post-Ajax, mentre Sarri è sempre stato inviso ai senatori dello spogliatoio. Se la chiave del successo è imparare dagli errori del passato, serve molta calma. Il progetto tecnico di Pirlo è valido, e ha già mostrato di poter essere buono, seppur solo a tratti. Per ripartire serve pazienza, serve un progetto e sinergia tra tutte le parti in causa. Confermare Pirlo è imprescindibile.
2. I giocatori su cui puntare per il futuro
Come ripetuto proprio ieri sera dal Max, la tattica serve a pochissimo se non si hanno giocatori adatti. La differenza in Champions League la fa la tecnica individuale e non gli schemi. Se vedi una squadra passarsi la palla ai 100 all'ora, senza mai un errore, non c'è tattica che tenga: la partita la perdi.
I giocatori su cui ricostruire, la Juve, li ha: De Ligt, Chiesa, Kulusevski, Demiral, Morata, Arthur (al netto dell'erroraccio di ieri), Danilo. Tutti giocatori ancora giovani (se si esclude Danilo), affamati e inesperti. Da qui è necessario estrarre il futuro zoccolo duro dello spogliatoio, quei giocatori che faranno la differenza anche per attaccamento alla maglia e carisma. Se si pensa a De Ligt, capitano dell'Ajax a 19 anni, ci si rende conto che questa operazione è necessaria.
3. Cristiano Ronaldo: tenerlo o lasciarlo andare?
Qui la questione è tosta. Liberarsi di un giocatore da 100 gol in 3 stagioni è difficile, ma quello che ora è necessario guardare è il quadro generale. Ieri Paratici ha sostenuno che questo non è un anno di transizione, parole che lasciano il tempo che trovano. Questo è un anno di passaggio, forse fondamentale per il futuro della società. E in questo senso, Cristiano Ronaldo è inutile.
Chiariamoci, lo si mette in campo e in un modo o nell'altro fa gol, ma è davvero questo che serve alla Juve? In campo spesso con un atteggiamento controproducente, il suo linguaggio del corpo in questa stagione è stato pessimo. Inoltre, a livello tattico, lo ripetiamo, è ormai deleterio per la squadra. Pirlo sta infatti trovando molte difficoltà nella sua gestione. In campo CR7 fa quello che vuole: lo metti largo a sinistra e se ha voglia fa l'esterno dentro, se ha voglia la punta. Insomma, Ronaldo è un giocatore per vincere subito con la squadra adeguata intorno. Attualmente i bianconeri non sono quella squadra, dunque, meglio lasciarlo andare e toglierli quei 31 milioni netti di spesa per l'ingaggio.
4. Le squadre giovanili
Una delle note più liete di questa stagione è il lavoro di Andrea Pirlo sull'Under 23. Molti sono i giocatori che il Maestro ha portato in prima squadra, vedi Portanova, Dragusin e il giovane Fagioli, di cui già Allegri 3 anni fa parlava un gran bene nonostante avesse solo 15 anni. Se si va ad osservare bene, il lavoro di Koeman al Barcellona sta seguendo esattamente questa linea.
Se però a Barcellona la Masia è uno State of Mind, in Italia siamo molto più che indietro su questo aspetto. Le nostre giovanili sono spesso sottovalutate, e pochissimi giocatori delle primavere delle Big arrivano poi in prima squadra. Spesso li si manda a "farsi le ossa" in categoria minori, ma è sbagliato. Musiala, classe 2003, ha segnato in Champions alla Lazio e nei prossimi anni diventerà un punto fermo del Bayern. Altro livello, altra mentalità.
Soprattutto in questo periodo di crisi economica, il settore giovanile deve essere messo al centro del progetto tecnico bianconero.
5. I giocatori di cui liberarsi
Alcuni giocatori, è evidente, devono lasciar posto a quelli che verranno. Quest'anno la rosa, nonostante rimanga di assoluto livello, presenta delle lacune enormi in certe zone del campo. Questo non per mancanza di elementi, ma per il fatto che non si stanno dimostrando all'altezza del compito. Su tutti il dito viene puntato su Ramsey e Rabiot, due parametri zero di Paratici che non hanno alzato minimamente il livello del reparto, anzi. In due anni, molte più ombre che luci per i due.
Poi c'è chi, per età, non può più essere considerato imprescindibile, e qui i tifosi bianconeri avranno sicuramente qualcosa da obiettare. Giorgio Chellini e Gigi Buffon, però, devono per forza essere accantonati. Quando c'è, Chiellini è ancora un centrale di livello mondiale (vedi contro Lukaku), ma riesce a sostenere solo 1 partita su 20, e non è più abbastanza. Buffon, invece, a caccia di record e di quella maledetta Champions, non ha più molto da chiedere alla propria carriera. Ad Agnelli le valutazioni.
Capitolo Dybala. La sua stagione, tra Covid e problemi al ginocchio, è da dimenticare, ma è necessario pensarci non una, non due ma cento volte prima di liberarsene. La Juve lo ha già offerto a mezza Europa, ma il numero 10 bianconero ha sempre mostrato un attaccamento alla maglia enorme, un amore ricambiato anche da tutti i tifosi. Se fossimo noi nella società, metteremmo la Joya al centro del nuovo progetto tecnico, la fascia da capitano sul braccio e dopo tutti gli altri.