CALCIO10/03/2021
L'Epic Failure bianconero
La scommessa sbagliata su Pirlo alla base di tutto.
Sport Today
Una squadra storicamente grande, ci sta che, ad un certo punto della sua vita sportiva, per un qualsiasi motivo, decida di ricostruirsi.
Dopo aver vinto tanto, tantissimo in Italia (9 titoli), ma nulla in Europa, la Juventus , nell’estate più difficile dalla nostra vita (e non mi riferisco a quella sportiva) ha voluto voltare pagina, cominciando dalla panchina, per poi iniziare con lo svecchiamento della rosa, anche per motivi economici.
Con Andrea Pirlo si è presa un rischio pesantissimo, cercando il colpo da novanta con un allenatore che non aveva mai allenato in vita sua, perdendo la scommessa che era poi la base per tutto ciò che sarebbe dovuto accadere: in altri sport, qualcosa di simile era riuscito, ma il calcio, soprattutto quello italiano, è un'altra cosa e lo abbiamo visto e capito molto bene.
Per il terzo anno consecutivo, con tre allenatori diversi ma sempre con in campo il più forte giocatore del mondo , la Juventus non è arrivata oltre ai quarti di finale della Champion s, fallendo ancora l’obiettivo più prestigioso, anche dal lato degli introiti.
L’aggravante di questa stagione, rispetto a tutte le altre che l’hanno preceduta in questa era “moderna” dei bianconeri, è che, salvo miracoli, non arriverà neppure lo scudetto, che nel recente passato aveva sempre mitigato il resto. Quindi, a fine maggio, in casa Agnelli, ci si potrà trovare con una supercoppa e (forse) una coppa Italia in bacheca: per un’altra squadra segnali di una stagione da ricordare, per la Juve, invece, da dimenticare.
Ma la vera sconfitta di questa edizione bianconera rimane la totale, completa mancanza di personalità di una squadra che negli anni, ha sempre lasciato il segno, anche quando (raramente) perdeva. Persino la breve parentesi dello scorso campionato con Sarri ha sparso tracce di DNA calcistico che si possono ancora trovare, spazzolando un po’ qua e la dalle parti della Continassa, e questo la dice tutta. Pirlo invece, al contrario di quando era in campo, dove, ogni volta che sfiorava la sfera, illuminava realmente tutto e tutti, da allenatore ha messo in scena sempre e comunque una squadra che, per prima cosa (salvo rarissime occasioni) è sembrata essere sempre impreparata sul da farsi.
Ed anche le dichiarazioni di Chiesa a fine gara con il Porto: “Gli abbiamo regalato 3 tempi su 4” dimostrano come i giocatori per primi non siano convinti della bontà del progetto tattico, almeno fino ad oggi. L’attuale edizione della Juve, sommando campionato e coppa, ha inanellato una serie di black out davvero impressionanti, magari alternati da qualche buona prestazione, ma sempre imbarazzanti per una squadra di simile lignaggio.
E se ti spegni per un tempo con la Lazio di oggi, te la puoi anche cavare, con squadre come il Porto ed il resto della Champions, anche no.
Ma il passato è passato ed ora dobbiamo capire che cosa succederà a Torino da qui all’estate. Sicuramente la Juventus non è club da mandare via un allenatore (soprattutto come Pirlo), né in corsa ne dopo una stagione come questa, quindi si deve dedurre che, nonostante il bagno di sangue, in panchina non cambierà nulla. Qualcosa, per assurdo, da quelle parti, potrebbe piuttosto cambiarla proprio lui, magari prendendosi come vice, un veterano esperto che lo possa illuminare in situazioni difficili che Pirlo stesso, dalla panchina ,non avendo ancora avuto una carriera in quella zona del campo, non sa come gestire. Una cosa di questo tipo, avrebbe dovuto farla già in agosto, non “vergognandosi” di mettersi a sedere vicino a, che so, un Guidolin in versione da vice. In altri sport (vedi NBA ed NFL) accade continuamente e nessun coach esordiente si è mai imbarazzato nel farsi affiancare da uno esperto.
Quindi si ripartirà da Pirlo, ma con un bilancio (120 milioni di perdite) che non permetterà al club di rinforzargli magicamente la rosa, anche se Cristiano Ronaldo dovesse decidere di chiudere la carriera al sole di Miami. C’è poi da capire chi realmente comporrà la società, visto che Paratici è in uscita e Nedved (sempre che rimanga) non sembra essere un uomo di macchina in grado di buttarsi e giocarsela sul mercato.
Ed anche su questa materia, rimane sempre il problema di budget , perché ai massimi livelli, i manager di nome così come gli allenatori di fama, costano e tanto e da qualche parte i conti, anche se alle spalle della Juve ci sono realtà come Exor (stupefacente in borsa negli ultimi sei mesi con un +78%), bisognerà pur farli tornare.
Guido Bagatta