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CALCIO24/12/2020

Juventus, Don't Panic! I 10 punti di ritardo non devono preoccupare

La Juventus si sta trovando in difficoltà per la prima volta da un decennio, ma questo non deve preoccupare. Cambio di allenatore e ringiovanimento della rosa sono problemi che si supereranno presto. Ecco perchè.

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L'ultimo anno e mezzo è stato il periodo più travagliato del Decennio bianconero. Da Maurizio Sarri ad Andrea Pirlo, tante cose sono cambiate sia a livello societario che sportivo, ma una cosa non è cambiata: "Vincere è l'unica cosa che conta". Tuttavia, questa filosofia mal si sposava con l'idea del Football di Maurizio Sarri, ed è stato giusto cambiare. Ma questo modo di pensare stona ancora di più con la scelta di affidare la panchina ad Andrea Pirlo, leggenda del centrocampo ma a livello poco più che amatoriale se parliamo di esperienza come manager. Ma proprio qui sta avvenendo la svolta. La società sta dando tempo al tecnico di ambientarsi e di capire il mestiere, di gestire i propri uomini e organizzarsi come meglio crede. Per fare un esempio, Sarri sarebbe già stato esonerato da molto tempo se si fosse trovato in una situazione di classifica simile. Ecco perchè i 10 punti di ritardo non devono preoccupare ne Pirlo, ne la società, ne tantomeno i tifosi.

In principo fu Maurizio Sarri che provò a scardinare i dettami storici del club bianconero. Non più martello preumatico per sconfiggere i nemici ma elegante fioretto per ammaliarli come era stato in quel di Napoli. Pjanic non riuscì ad essere il nuovo Jorginho, Cristiano Ronaldo in campo fa quello che vuole lui ed ecco che il progetto è naufragato ancora prima di inizare. Nonostante ciò, l'ennesimo campionato portato in bacheca e poi tanti saluti. 

Se anche Maurizio è stato vittima del "Vincere è l'unica cosa che conta", Pirlo sembra destinato a compiere un percorso differente. L'amore che è riuscito a raccogliere tra la gente con le sue giocate è infinitamente superiore a quello ottneuto da Sarri in 30 anni di sudore e sangue sui campi di provincia. Mica poco. Ma questo amore gli garantisce uno scudo da critiche e malumori della tifoseria e della società molto più spesso e resistente. Il suo lo sta facendo, ma la strada per diventare un allenatore vero è ancora lunga. 

In questa prima parte di stagione, a salvare la baracca ci hanno pensato due giocatori: Cuadrado e Cristiano Ronaldo.  Il primo sta vivendo forse la stagione migliore della sua carriera, agendo come vero e proprio playmaker della squadra largo a destra. Le novità tattiche della Juve possono dirsi finite qua. 3 difenori in impostazione e di solito palla al colombiano che si inventa qualcosa, che sia una progressione personale o uno scambio veloce. Il secondo continua a fare quello che vuole in campo. Non accetta una posizione definita, si sposta, vaga, spesso disturba anche i compagni, ma quando uno è un Fuoriclasse non gli si può dire nulla. 12 gol in 10 partite stagionali a 35 anni sono un ruolino di marcia da alieno.

Tutti gli altri si dividono in 2 categorie: quelli che stanno vivendo di rendita e quelli che, ancora, non sono pronti. Del primo gruppo fanno parte i senatori, i più esperti e, per certi versi, i più forti. I vari Bonucci, Szczęsny, Alex Sandro, Ramsey, Rabiot, Bernardeschi danno la sensazione di trascinarsi in campo ed essere ancora decisivi solo perchè inseriti in un contesto che vince da 10 anni. Non stanno effettivamente aggiungendo nulla di nuovo alla squadra. Gli altri invece (i nuovi) fanno molta fatica ad inserirsi in un contesto tattico non ben definito. Dejan Kulusevski è, detto oonestamente, il più forte 2000 della serie A e un potenziale fenomeno, eppure non gioca. Chiesa sta correndo il rischio di diventare un nuovo Bernardeschi: corre tanto, dribbla ma fa pochi gol. E per un attaccante, segnare poco vuol dire non essere un buon giocatore. Arthur è un giocatore francamente indefinibile. Non è un mediano, non è una mezz'ala e non è un trequartista. La sua collocazione giusta sarebbe probabilmente in un centrocampo a 2 (proprio quello che sta cercando di fare Pirlo), ma rimane ancora molto fumoso e poco lucido. A 24 anni il tempo scorre. 

Le due vere note positive sono, a parte la conferma di De Ligt come vero crack del calcio mondiale, Morata e Weston James Earl McKennie. Il Figliol Prodigo è una macchina, segna sempre e sforna assist in contiuazione. Una bellezza vederlo giocare coon così tanta grinta. McKennie è invece una lieta sorpresa. Un giocatore con della Garra, che picchia e prende calci senza lamentarsi. Può diventare un giocatore da Juve, ma aspettiamo. 

Dopo un decennio di vittorie, la Juventus si appresta a passare un Natale a -10 dalla vetta. Molti, per un club abiuato a sbranare i campionati come iene attorno alle carcasse delle squadre che furono. Ma questa formazione ha una cosa che le altre squadre non hanno: un margine di crescita impressionante e potenzialmente devastante. Perchè se le altre compagini stanno già sovra-performando (Milan su tutti, ma anche Atalanta, Sassuolo, Lazio e Inter), la Juventus sta viaggiando col freno a mano tirato. Forse sta giocando al 40% di quello che la sua rosa gli pernetterebbe effettivamente di fare. La qualità del gioco crescerà con la crescita delle qualità dell'allenatore, e la possibilità di fare qualche allenamento in più senza giocare non potrà che far bene.

Dunque niente panico, passate un Natale sereno amici juventini. L'allenatore ha le spalle coperte e la rosa è una delle migliori d'Europa, il vostro tempo di splendere arriverà. E poi, in fin dei conti, a compete con avversari veramente di livello c'è più gusto.

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