CALCIO11/01/2021
Il Giocatore dell'Anno Robert Lewandowski si racconta
Il giocatore del Bayern Monaco si racconta in una bella intervista, nella quale ricorda i suoi inizi e i suoi vecchi allenatori.
Sport Today
L'attaccante del Bayern Monaco Robert Lewanndowski, vincitore di praticamente qualsiasi premio individuale del 2020, si è raccontato a The Player's Tribune.
Inizia parlando del grande sostegno del padre durante tutta la sua carriera:
"E' il giorno della mia comunione, mio padre si avvicina al prete: 'Ascolta, padre, potremmo iniziare una mezz'oretta prima e tagliare 10 minuti? Mio figlio ha la partita'. Lui tifava per me e disse incredibilmente: 'Perché no, ci penso io. Mio padre è morto quando avevo 16 anni, avrei voluto parlare con lui di quelle cose di cui parli solo con un padre. Su come crescere, su come diventare uomo, avrei voluto chiamarlo a telefono: mi sarebbero bastati 10 minuti".
Il bomber polacco ha ricordato gli inizi della sua carriera, ben diversi dai fasti a cui è abituato ora:
"Nel 2006 giocavo nel Legia II, in terza divisione. Ero in scadenza e mi ero infortunato. Non mandarono neanche un dirigente a parlare con mia madre, andò la segretaria. Mi lasciarono andare, così andai al Znicz Pruszkow, un club piccolissimo. Quattro anni dopo mi voleva chiunque".
Poi una battuta è dedicata ad un suo veccchio allennatore, Jurgen Klopp. Lewa se lo ricorda molto severo ma comunque con affetto, raccontando un aneddoto divertente:
"Quando vai a scuola ti ricordi solo dei prof cattivi. E Klopp con me lo è stato. Lui vuole solo studenti A+. Ma non si è mai dimenticato che prima che calciatori siamo umani. Dopo un weekend libero passato a bere, un trucco di noi giocatori per far sentire l'alito che puzza di alcol è mangiare aglio la mattina. Entrò nello spogliatoio e iniziò ad annusare l'aria come un cane. Mi disse 'E' aglio'. Rimase in silenzio, mi guardò. Momenti lunghissimi. E scoppiò a ridere".