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CALCIO23/02/2021

Champions League, la Lazio è quasi fuori: un Bayern ingiocabile vince 4-1

In quella che doveva essere la notte della consacrazione ad altissimi livelli, la Lazio riceve una sonora lezione dal Bayern Monaco e dimostra di non essere attrezzata per competere con certe corazzate.

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Una Lazio irriconoscibile viene letteralmente demolita da un Bayern Monaco ingiocabile per 4-1 all'Olimpico di Roma. In gol Lewandowski, Musiala, Sanè e un autogol di Acerbi. I biancocelesti (in gol con Correa al 49°) non avevano mai subito 3 gol nel primo tempo all'Olimpico, e ora la qualificazione risulta essere ai limiti dell'impossibile con il ritorno da giocare all'Allianz Arena. Malissimo Musacchio, sostituito dopo 30 minuti, ma è tutta la squadra ad aver dato prova del fatto di essere non uno, ma tre o quattro gradini sotto ai Campioni d'Europa e del mondo in carica.

Le formazioni iniziali:

BAYERN (4-2-3-1): Neuer; Sule, J. Boateng, Alaba, Davies; Kimmich, Musiala; Sané, Goretzka, Coman; Lewandowski. All. Flick

LAZIO (3-5-2): Reina; Patric, Acerbi, Musacchio; Lazzari, Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto, Marusic; Immobile, Correa. All. Inzaghi

Neanche il tempo di scendere in campo che il Bayern Monaco va subito in vantaggio con il solito Robert Lewandowski, il centravanti più forte del mondo: Leiva passa a Musacchio, che sbaglia tutto. Retropassaggio errato, Lewandowski recupera, salta Reina e col mancino appoggia in rete. 1-0 dopo 9 minuti.

Al 18° minuto Milinkovic-Savic va giú nell'area del Bayern in un contrasto con Boateng. Grinfeeld lascia correre ma l'episodio molto dubbio. Al 23° ci prova ancora la Lazio, che sembra essersi ripresa dopo lo schock iniziale: Luis Alberto riceve da Correa e calcia col destro sul primo palo dalla sinistra. Para in presa Neuer.

Nel momento migliore della Lazio, però, entra in scena un classe 2003 del Bayern Monaco, Musiala, che segna il 2-0 per i bavaresi: Goretzka riceve da Davies e serve Musiala al limite. Destro rasoterra all'angolino e 2-0 senza appello. Lazio veramente sciagurata e in balia di errori individuali colossali, tanto che al 30° del primo tempo, per disperazione, Simone Inzaghi decide di richiamare in panchina Musacchio. Entra Lulic.

Al 35° altro brivido per i biancocelesti, con Pepe Reina che rischiava di combinarla enorme: sbaglia in palleggio il portiere, palla a Sané, poi a Lewandowski che calcia. Reina respinge con i piedi ma che incubo oggi la retroguardia della Lazio. E non è ancora tutto per questo primo tempo, dato che poco prima dell'intervallo arriva anche il terzo sigillo firmato Leroy Sane: Patric sbaglia tutto, riparte Coman, che mette a sedere Acerbi e calcia, para Reina in un primo momento ma la respinta è centrale, poi a porta vuota Sané mette dentro.

Il secondo tempo inizia esattamente come il primo, ovvero nel segno del Bayern Monaco. Questa volta è il turno di Acerbi combinare una frittata e fare autogol per il 4-0 dei bavaresi che lascia ben poche speranze di qualificazione: se ne va a sinistra Sané, salta Patric, cross e Acerbi in modo maldestro e sfortunato insacca.

Pochi minuti dopo ecco una timida reazione della Lazio che, più per orgoglio che per organizzazione tattica, trova il gol dell'4-1 con Correa: Luis Alberto serve Correa, che nello stretto controlla, si infila in area e batte Neuer.

Dopo il gol la Lazio prova a reagire e nel corso della parte centrale del secondo tempo ci prova più di una volta. Prima con un bello scambio Correa-Immobile finalizzato dall'argentino, ma Neuer è pronto e para saldamente, poi con Ciro Immobile, che riceve da Milinkovic-Savic e prova dai 20 metri. Para in due tempi tranquillo Neuer.

All'80° minuto altro brivido per Pepe Reina, che sbaglia ancora in appoggio, poi palla a Lewandowski che calcia col mancino. Para lo spagnolo ma male davvero.

Sconfitta pesantissima per gli uomini di Simone Inzaghi, che escono dall'Olimpico con le ossa rotte, completamente surclassati dallo strapotere tecnico e fisico dei bavaresi. Bavaresi che ancora una volta sembrano essere i più seri candidati alla vittoria finale della Coppa, provando ad emulare ciò che fece il Real Madrid di Zidane, capaci di vincere la Champions League per 3 anni consecutivi.

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