CALCIO10/10/2021
Cellino attacca l’Inter: “Scudetto senza pagare gli stipendi, meritava il Milan”
Il numero uno del Brescia ha dichiarato apertamente di aver mal digerito l’ultimo scudetto nerazzurro, a suo avviso immeritato per l’eccessivo rosso in bilancio del club.
Sport Today
Ancora una volta, come già accaduto in passato, Massimo Cellino ha parlato senza peli sulla lingua. Al centro dell’invettiva del presidente del Brescia in questo caso è finito lo scudetto conquistato lo scorso maggio dall’Inter, un titolo, secondo l’ex patron del Cagliari, decisamente immeritato
"Il Covid ha offerto un alibi a molte società, che hanno sollevato il tema delle perdite a causa del coronavirus. Ma i bilanci fanno emergere perdite di anni precedenti. Nessuna azienda è più prevedibile delle società di serie A, perché a inizio anno si sa già quanto danaro entrerà nelle casse e quanto potrà essere speso” ha esordito Cellino ai microfoni di Teletutto.
“Ci si può anche indebitare per vincere lo scudetto, e quindi fare il passo più lungo della gamba. Nessuno ti obbliga a essere virtuoso. Se l’Inter ha vinto il campionato con un passivo di 245 milioni, in realtà quel campionato l’ha perso. Vincere un campionato significa poterlo fare anche dal punto di vista dei bilanci. Il Milan, di cui conosco perfettamente la gestione, ha vinto lo scudetto molto più dell’Inter”.
Sempre in merito alla questione dei bilanci e della salute economica delle proprietà il numero delle “Rondinelle” ha poi fatto il confronto tra la realtà italiana e quella inglese.
“Quando sono tornato dall'Inghilterra ho trovato un calcio totalmente cambiato, devastato. In Inghilterra prima di farmi comprare il Leeds mi hanno fatto una sorta di interrogatorio. Hanno voluto sapere tutto. Qui, invece, arrivano persone che acquistano una società, ma in realtà non si conosce con certezza di chi è la proprietà” ha affermato con durezza Cellino.
“E se il calcio non torna ad essere corretto e trasparente continuerà ad attirare personaggi dubbi. Dal canto mio, pago regolare gli stipendi e le tasse. Quando sono arrivato qui ho trovato una situazione patrimoniale pesante. Adesso c’è una società sana che deve riuscire ad andare avanti in autonomia” è stata la chiosa dell’imprenditore sardo classe 1956.