CALCIO INTERNAZIONALE19/03/2021
Speroni freddi e spuntati
Mourinho verso l'addio agli Spurs?
Sport Today
Personalmente non ho mai sopportato Jose Mourinho, sin dai tempi della sua trionfale parentesi milanese. Il portoghese non è né il primo né l’ultimo personaggio pubblico che viene quasi il dubbio che faccia apposta ad essere antipatico, forzando delle situazioni per costruire ancora di più il suo personaggio. Il che, può anche andar bene se vinci, quando invece cominci a perdere, magari un po’ di umiltà non farebbe poi male.
Quando ho avuto l’opportunità di conoscerlo, ad uno dei suoi rari appuntamenti mondani nell’anno del triplete, la sua vicinanza “fisica” non ha fatto altro che confermarmi quello che pensavo e continuo a pensare di lui: grande allenatore, rivedibile, e di molto, sul piano umano. Dopo aver chiesto ad uno dei tanti “collaboratori” che lo circondavano e seguivano durante il suo periodo nerazzurro, chi fossi e che cosa facessi, con una frase sibillina aveva subito preso le distanze: “La prego di non farmi domande, perché io, con i giornalisti che non conosco, non parlo.” Pensando che io ero li, non per intervistarlo ma solo perché invitato a mia volta, gli avevo risposto con un leggero movimento del viso e per tutta la sera mi ero limitato solo ad ascoltare le sue (poche) parole in una specie di monologo “tratteggiato” con il quale aveva tenuto banco.
A confortare la mia opinione su di lui, ho poi sempre trovato l’autoproclamazione a “special one” come un gran bel colpo mediatico, che ha nutrito per anni (e lo fa ancora) tanta stampa bisognosa di nuovi spunti, ma nello stesso tempo come uno degli atti di maggior presunzione che io abbia mai visto nel mondo dello sport. A confronto, le sparate di un grandissimo come Muhammed Ali, erano noccioline, contando anche il diverso peso specifico dei due personaggi.
Vi racconto questo perché, ogni volta che rivedo Mourinho in difficoltà, come hai tempi di Manchester o in questi mesi al Tottenham, non posso fare a meno di notare come il suo comportamento in panchina, nei confronti di tutto e di tutti, non sia assolutamente cambiato, nonostante adesso le sconfitte (almeno quelle che contano) siano molte di più delle vittorie, fatto che consiglierebbe chiunque a cambiare un po’ il proprio modo di fare ed agire. Ed invece no, anche dopo l’imbarazzante 3 a 0 subito a Zagabria, uno dei più tonanti “epic failure” del calcio moderno, il buon Mou ha continuato con il suo solito modo di fare, riversando tutta la colpa della sconfitta sui suoi giocatori, autoassolvendosi senza vergogna. “Io volevo la vittoria, loro (i giocatori) no”, ha dichiarato poco dopo la fine della gara.
Peccato che gli Spurs, da lui messi in campo in maniera imbarazzante non siano in autogestione e i tre gol segnati da Mirslav Orsic ex centravanti dello Spezia (in serie B) siano frutto di una difesa che il buon Mou sembra fantascienza che abbia pensato e disegnato, ma purtroppo per i londinesi, in effetti schierato.
Con questa figuraccia, la stagione degli Spurs continua ad essere un “discreto” disastro, con l’uscita dalla Europa League che si va ad aggiungere ad una eliminazione in FA cup per mano dell’Everton di Ancelotti ed un ottavo posto in classifica (a sei punti dal quarto e 26…dal primo) che ad oggi, lascerebbe il Tottenham addirittura fuori dall’Europa. Rimane ancora aperta la coppa di lega, dove però gli Spurs, dovranno vedersela con un Manchester City che, in teoria, potrebbe davvero ancora vincere tutto (quattro trofei su quattro) e quindi non farà certo sconti.
Insomma, arrivato al “New White Hart Lane” come idolo della folla biancoblù che non voleva più Pochettino, Mourinho sta velocemente diventando un personaggio scomodo e ingombrante per i suoi tifosi, che adesso ne chiedono sempre più la testa.
Quella attuale, però, non quella dello “Special one” che non esiste più da tanto tempo.