CALCIO27/12/2020
Asamoah, svincolato di lusso: l'ex Juve e Inter si racconta
Quasi tre mesi dopo l'addio ai nerazzurri, Kwadwo Asamoah è ancora svincolato. L'Udinese sullo sfondo, l'Italia meta prediletta: "La mia seconda casa".
Sport Today
Era il 6 ottobre 2020. Un martedì, per la precisione. Il giorno dopo la chiusura di una finestra di mercato mai così lunga a causa della pandemia. Nel pomeriggio l'Inter annunciava ufficialmente con un "grazie" la risoluzione del contratto con Kwadwo Asamoah, assieme agli addii di Tommaso Berni (svincolato), Cristiano Biraghi (di ritorno alla Fiorentina) e Antonio Candreva (alla Sampdoria).
Il pensiero comune era tutto sommato intuibile, in quei giorni: chissà che maglia andrà ora a indossare Asamoah. Non avrà particolari problemi, si pensava, perché tanto il curriculum parla da solo: l'Udinese, gli anni di gloria alla Juventus tra uno Scudetto e una finale di Champions League, quindi il biennio all'Inter, che lo aveva prelevato a zero euro nell'estate del 2018. Esperienza e mentalità vincente al servizio di una squadra in crescita. Colpaccio.
Quasi tre mesi dopo, siamo al punto di partenza. Asamoah, alla fine, una squadra non l'ha ancora trovata. Fa parte della lista dei classici "svincolati di lusso", quelli che per un motivo o per un altro ci immaginiamo aspettare una chiamata accanto al telefono. Nelle ore della risoluzione uno scenario era già stato ipotizzato, a dire il vero: pareva che il fresco ex nerazzurro dovesse andare alla Sampdoria assieme a Candreva. Ma alla fine non se n'è fatto nulla.
E dunque, che fine ha fatto Asamoah? Semplice: aspetta. Aspetta la proposta giusta, il progetto più adatto. Senza apparente fretta, nonostante da una ventina di giorni abbia compiuto 32 anni e stia vedendo la propria carriera imboccare il rettilineo finale. Il Covid-19 ha fatto il resto, stravolgendo anche il calciomercato: dalla restrizioni alla diminuzione dei folli prezzi istituiti qualche anno fa per i trasferimenti, trovare una squadra è diventato un'impresa ancor più complicata.
Se dipendesse solo da Asamoah, in ogni caso, la scelta sarebbe piuttosto facile:
"L'Italia è una seconda casa per me - ha detto qualche giorno fa in un'intervista a 'BBC Sport Africa' - e quando penso alla mia carriera non posso che pensare alla Serie A. Gioco qui da 12-13 anni, ho passato più tempo qui che nel mio paese! Durante la mia carriera ho avuto l'opportunità di andare in Inghilterra e in altri paesi, ma qui mi sono adattato benissimo, dal calcio allo stile di vita, e per questo è stato difficile lasciare l'Italia. Qui mi sento a casa. E vi rimarrò anche dopo la conclusione della mia carriera".
Sempre la 'BBC' gli ha chiesto se per caso non sia arrivato il momento di rientrare in patria, in Ghana. Porta chiusa.
"In futuro non mi dispiacerebbe tornare a giocare in Ghana, ma non è il momento giusto per farlo. Davanti a me ho parecchi anni da spendere in Europa prima di prendere in considerazione una scelta del genere".
Messaggio chiaro, insomma: Asamoah ha intenzione di rimanere in Europa. In Italia, in particolare. Dove è calcisticamente cresciuto fino a diventare un jolly apprezzato da tutti gli allenatori che ha avuto. Anche da Antonio Conte, che lo ha guidato prima a Torino e poi a Milano, anche se "all'inizio della mia terza stagione all'Inter ho visto che le cose stavano gradualmente peggiorando, e la cosa migliore è stata concentrarmi sulla mia carriera".
Via al toto-Asamoah, dunque. Scartata la Sampdoria, qualche tempo dopo si è parlato addirittura del Brescia, retrocesso in Serie B dopo l'ultima stagione. Niente di fatto anche in questo caso. Nelle ultime settimane, invece, si è fatta largo l'ipotesi Udinese. Ovvero il club dove Asa, dopo la parentesi senza presenze al Torino, ha dato il via alla propria carriera nel 2008. Saranno i friulani ad accoglierlo a costo zero?