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CALCIO06/01/2023

Addio Vialli, un altro guerriero e fonte di ispirazione ci lascia

Dopo la morte di Mihajlovic, i tifosi dicono addio all'attaccante da tempo malato: ha scritto pagine di storia con la Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea.

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Non sono giorni facili per il calcio italiano e soprattutto per il ct della Nazionale Roberto Mancini, che dopo Sinisa Mihajlovic ha perso in pochi giorni un altro fratello e compagno di mille battaglie e trionfi: Gianluca Vialli. Il bomber di Cremona si è spento all’età di 58 anni, dopo una lunga battaglia (iniziata nel 2017) contro il tumore al pancreas.

Nato il 9 luglio (data indimenticabile per il calcio italiano col trionfo dei Mondiali a Berlino), Vialli non si è mai laureato campione del mondo ma è stato tra i protagonisti dell’Europeo vinto dagli azzurri a Wembely, poco più di un anno fa. Non solo come capo delegazione della nazionale italiana, ma anche come consigliere dell’amico Mancini.

Da giocatore, Vialli non è riuscito a consegnare con i suoi gol un trofeo all’Italia, sfiorando il successo ai Mondiali casalinghi del 1990. In compenso, con le squadre di club ha vinto tutto quello che si poteva vincere. In carriera ha indossato quattro maglie: quella della Cremonese, della Sampdoria, della Juventus e del Chelsea, regalando a ognuna momenti indimenticabili.

Con la squadra della propria città, Vialli è riuscito a ottenere una storica promozione in A che mancava da ben 54 anni, contribuendo alla causa con 10 gol. È però con i blucerchiati che “Stradivialli“ si è fatto conoscere a livello planetario, grazie al primo e tutt’ora unico scudetto vinto dal club genovese. Una cavalcata pazzesca della banda Boskov, trascinata dal bomber di Cremona e dall’amico Mancini. Un trionfo maturato però con la crescita degli anni, che prima del campionato ha portato alla conquista di una Coppa delle Coppe e tre Coppe Italia. Vialli è sempre stato decisivo: 19 le reti per il Tricolore e 7 nel successo europeo. Impossibile però non ricordare anche i 13 gol nell’edizione della coppa nazionale del 1989, tutt’ora un record per il torneo. Resta il rimpianto della finale di Champions persa col Barcellona.

Alla Juventus, Vialli non ha deluso le alte aspettative dei tifosi (53 gol in 145 partite), conquistando uno scudetto che mancava da anni, una Coppa Uefa e soprattutto la seconda e ultima Champions League della squadra bianconera, per giunta con la fascia da capitano al braccio. Ha chiuso la carriera in Italia da calciatore proprio dopo la finale di Roma: un momento migliore non poteva trovare. La sua ultima avventura al Chelsea però non è certo un viaggio di piacere, dovendo svolgere anche il doppio ruolo di giocatore-allenatore. Coi blues, l’azzurro ha vinto diversi titoli dopo anni difficili: prima una Coppa di Lega, poi nel 1998 la Coppa delle Coppe (seconda personale) e la Supercoppa europea.

Vialli ha concluso la sua carriera con 275 reti realizzate e 15 trofei. Unico attaccante ad aver vinto tutte e tre le principali competizioni Uefa per club, è arrivato settimo in due edizioni del Pallone d’Oro ed è considerato tra i più grandi giocatori degli anni ‘80 e ‘90.

Dopo una breve parentesi da allenatore col Chelsea, con cui ha arricchito la propria bacheca vincendo la FA Cup e la Community Shield, ha preferito dedicarsi alla carriera di opinionista per poi diventare dirigente. Negli ultimi anni però, Vialli è stato soprattutto un combattente e un portavoce per tutti coloro che stanno soffrendo per colpa del tumore. Purtroppo non c’è stato il lieto fine, Gianluca ha lasciato la moglie e due splendidi figli, ma quel che resterà per sempre è il suo ricordo in campo e fuori. Come Mihajlovic, è stato un lottatore irriducibile, ma contro certi mali anche i grandi guerrieri possono avere la peggio. L’insegnamento però resta: mai mollare, e Vialli non lo ha mai fatto, fino alla fine.

Getty Images - Gianluca Vialli