NBA11/03/2021
Il quinto incomodo
Parlando dei Nets, pochi si ricordano di Jordan.
Sport Today
Chi parla di Brooklyn come la squadra da battere nei prossimi playoffs, cita sempre Irving, Durant, Harden e l’ultimo arrivato Griffin. Quasi mai viene invece nominato DeAndre Jordan, il centro dei Nets, ultimamente spesso sottovalutato un po’ da tutti. Eppure, potrebbe essere lui, in una ipotetica finale con i Lakers, lo “sparigliatore” del mazzo.
Quest’anno, rispetto alla squadra campione nella bolla di agosto, Los Angeles ha perso i due centri di ruolo che aveva a roster (Howard e McGee) rimpiazzandoli con Marc Gasol e Montrezl Harrell, che pur essendo una furia ascendente della natura cestistica, pivot, nel senso moderno del termine (passa malino e non tira da tre), non è mai stato. D’accordo, molti di voi diranno che in realtà il vero centro dei Lakers è Anthony Davis ed è una idea anche giusta, salvo però considerare che, prima di farsi male, l’ex Kentucky aveva speso oltre la metà del suo tempo offensivo in campo, decisamente lontano dall’area dipinta. Ovvio che le sue percentuali da tre in continua evoluzione ed il suo “fade away” da prendersi sempre da più lontano, lo invoglino, almeno in attacco, a stare alla larga dalle mazzate da tonnara ed è per questo che il ruolo di Jordan, lungo solitario (dopo la cessione di Allen nello scambio per Harden) nel roster di Brooklyn, finirà per essere davvero importante, se non decisivo.
Presumibilmente anche Griffin dovrà giocare un po’ di minuti in mezzo, anche se, e Nash lo ha fatto capire, una visione molto particolare dello small ball “d’antoniano” finirà con il vedere il campo sempre più spesso. Joe Harris potrebbe quindi unirsi ai magnifici tre e ad un miglioratissimo Bruce Brown, per dare ai Nets un qualcosa che Los Angeles potrebbe fare fatica ad addomesticare. Insomma, in materia di profondità dei roster, Brooklyn ad est ha decisamente staccato tutti (pensate solo alla panchina di Milwaukee, tanto per capirci) con l’ovest che, come avrete compreso da queste righe, per me può reggere solo se parliamo di LeBron ed i suoi amici.
Poi magari vinceranno i Clippers e giudicherete voi, ma io, pur reputandolo uno da “Hall of fame”, la palla della mia vita ad uno come Paul George, la darei con qualche dubbio. A Leonard si, a lui…non so. E siccome (ed è il motivo per cui, i club dominanti accumulano big su big) alla fine l’ex Toronto, nei Clips, con George che tende a scomparire quando i secondi scottano, sembra spesso lasciato solo a decidere, ecco il motivo per cui, “pound for pound” i due roster che ad oggi fanno la differenza, sono quelli di Nets e Lakers.
E, tra l’altro, potrebbe non essere ancora finita qui, con Brooklyn che starebbe cercando di aggiungere ancora un altro lungo, anche questa volta attraverso un buyout. Di candidati, in squadre che già da ora hanno poco o nulla da dire, ce ne sono molti, tutti disposti a tagliarsi gli introiti (come ha fatto Griffin) piuttosto di giocare con Durant ed Harden, vincendo poi magari anche l’unico titolo della loro vita. Staremo a vedere.