SPORT INVERNALI04/02/2022
Pechino 2022 al via, ma pochi se ne sono accorti
I ventiquattresimi Giochi olimpici invernali sono cominciati con pochissimo appeal da parte dell'uomo della strada ma anche dei media. Cambieranno le cose se l'Italia comincerà a vincere qualche medaglia?
Sport Today
Sarà un periodo che il mondo sta vivendo con la soglia d’attenzione rivolta altrove, sarà che l’appeal delle Olimpiadi invernali è in discesa da almeno tre edizioni, sarà sarà sarà… ma dopo l’inizio ufficiale di Pechino 2022, di questi Giochi si parla davvero poco. E non solo in Italia: guardando infatti giornali e televisioni estere, le Olimpiadi del freddo, sono, almeno, per adesso, ancora in… freezer. E anche la cerimonia d’apertura, praticamente un gigantesco videogioco senza anima e pathos, non ha certo contribuito a scongelare questa sensazione…
Per quanto ci riguarda (in attesa di essere piacevolmente smentiti) la lontananza della Cina e i suoi fusi orari unite alla mancanza di un personaggio “forte” alla Tomba, non hanno certo acceso gli entusiasmi degli appassionati, che per adesso, sembrano ancora lontani dal soggetto “cinque cerchi”, per non parlare poi dell’uomo della strada, che di questi giochi, non sa neppure che ci siano. L’infortunio della Goggia (che, anche se ce la farà, non sarà certo al meglio…), la mancata “sostituzione” della Kostner nel pattinaggio, oltre a vari addii e assenze nei lontani mondi dello slittino e dello sci di fondo, hanno sicuramente abbassato l’interesse generale dell’italiano medio. Poi, come è già accaduto in passato, succederà sicuro che la prima medaglia d’oro azzurra darà lo “sveglione” un po' a tutti e le cose cominceranno a cambiare, per intanto, però, possiamo solo aspettare.
A livello globale poi, per le nazioni che hanno l’hockey su ghiaccio nel loro DNA, questa sarà un edizione decisamente “minore”, con la NHL che ha di fatto “ammazzato” il torneo olimpico, decidendo di non sospendere il campionato e quindi impedendo alle varie star che giocano in America (e Canada) di vestire la maglia del proprio paese.
Senza un torneo di hockey all’altezza, torneo che solitamente è la spina dorsale dei Giochi (se non altro per le sfide incrociate tra Russia, Canada e Stati Uniti) il valore commerciale di questi Giochi sì è decisamente abbassato, tanto che la NBC, che da sola paga metà dei diritti globali al CIO, ha in corso una trattativa per il futuro delle Olimpiadi in TV, che terrà conto, oltre ad altre mille problematiche, anche di questo fattore. Con altre motivazioni, anche il gruppo Discovery, che ha comprato gran parte del pacchetto europeo dei diritti tv e streaming per l’Europa, sta facendo qualcosa di simile, ripensando, si dice, a come si potrà impegnare nel prossimo futuro.
Tutto questo è figlio di una evoluzione (verso il basso) di un brand, come quello olimpico, che già prima del Covid era in difficoltà, se si pensa che Pechino ottenne l’assegnazione senza la classica votazione, semplicemente perché tutte le altre città si erano ritirate dalla corsa. Con Tokyo poi è arrivato anche il virus con le limitazioni che ha portato (presenti anche in Cina) peggiorando ulteriormente la situazione, tanto che, sia Parigi che Los Angeles (prossime località per le edizioni estive) sembrano intenzionate a rimettersi intorno a un tavolo per rivedere alcuni punti economici, strutturali ed organizzativi, che già oggi non hanno più molto senso.