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ATLETICA17/08/2023

Furlani, un Uomo Ragno all'assalto di Budapest: "Festeggio sparando ragnatele come lui"

La stellina del salto in lungo è al primo Mondiale: "Un atleta può avere le doti di un superoe, ma senza caparbietà e un obiettivo che ossessiona non va lontano".

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Nonostante sia debuttante al Mondiale, Mattia Furlani è tra gli Azzurri più attesi per via dei progressi compiuti a balzi in stagione, la cui ultima tappa è stata il titolo continentale U20 (8,23 la misura del primo salto, quello che ha conquistato Gerusalemme): "L'Uomo Ragno mi è sempre piaciuto, l'ho scoperto nei fumetti, ma solo con Miles Morales è scattato il desiderio di prenderlo in prestito; Mi somiglia, l'idea che uno con la faccia simile alla mia sia in grado di fare meraviglie mi gasa, mi piace come si trasforma, senza mutare come altri supereroi; anche io esalto le mie doti in gara, poi ha i colori della polizia, il mio gruppo militare".

"Un atleta deve avere doti speciali, come un supereroe, ma senza caparbietà non va da nessuna parte: uno sportivo ossessionato da un obiettivo va più lontano di chi tanto talento, ma è privo di determinazione. Ho l'elasticità dell'Uomo ragno, per gioco festeggio sparando ragnatele, come lui" puntualizza a 'La Stampa'.

Le riflessioni sull'importanza del risultato e sulla cultura sportiva nel Bel Paese trasudano maturità, o l'abitudine a respirare un certo tipo di ambiente: "Quest'anno è di passaggio, abbiamo fatto molti cambiamenti con mamma, rincorsa, tecnica e testa: le sfide tra i grandi hanno un sapore diverso; adesso ci sono molti alti, ma non mi esalto, nell'atletica ci sono più sconfitte che vittorie. La gente giudica in base all'ultima notizia, non è interessata a scoprire cosa sia successo prima e dopo; in Italia la superficialità quando si parla di sport è ancora maggiore, forse è uno sfogo facile. Come scelta non calcolo il negativo, semplice. Facilita il mio ambiente familiare, i miei genitori sono ex atleti, i miei fratelli fanno atletica, io vedo su YouTube filmati di campioni: sarò ai Mondiali dove hanno fatto la storia campioni che ammiro, ma Budapest rimane una finestrella. L'Italia ha un gruppo forte, pure bizzarro per le molte personalità: Tamberi è il capitano ideale, ha una mentalità che prende. Con Larissa c'è confronto costante, fa il lungo in un contesto simile al mio: ci sono tanti, troppo avversari, a partire da Tentoglou, è una bella sensazione sapere che mi guardano come un rivale, sono tutti più rodati come me, ma faccio come sempre".

Getty Images - Lunghista Azzurro