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GENERICA07/08/2020

Le sorprendenti rivelazioni di Aristoteles: "Ferito dal razzismo"

Le parole di Urs Althaus, conosciuto per aver interpretato Aristoteles ne 'L'Allenatore nel Pallone'.

Sport Today

E' conosciuto dal grande pubblico per aver interpretato il campione brasiliano Aristoteles, uomo salvezza della Longobarda nella celebre pellicola 'L'Allenatore nel pallone', e Urs Althaus, questo il vero nome dell'attore svizzero di origine nigeriana, torna sempre con piacere su quell'esperienza.

In una lunga intervista rilasciata a 'Il Giornale', Althaus si è però soffermato su un tema molto particolare, oggi di grande attualità e toccato, seppur con la leggerezza della commedia, anche nella pellicola diretta da Sergio Martino con protagonista Lino Banfi: quello del razzismo.

Il tutto parte dal titolo della sua autobiografia, dal titolo molto particolare: 'Io, Aristoteles, Negro svizzero' (edito da Bibliotheka): "Perché questo titolo? Vogliamo mandare un segnale forte - ha detto Althaus -, contro il politicamente corretto. Il razzismo? E' una ferita sempre aperta".

"Ho subito episodi di razzismo in tutti gli ambienti professionali che ho frequentato: calcio, cinema, spettacolo, moda - ha affermato 'Aristoteles' -. Se ora il clima è cambiato? Non tantissimo. Basta osservare quello che accade negli Stati Uniti. E non solo lì.

Tornando a parlare del film e della delicata scena in cui Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi, dà conforto ad Aristoteles, Althaus ha rivelato: "Lino teneva moltissimo alla scena dove gli confidavo di essere emarginato per il colore della pelle. Prima del ciak si raccomandò: 'Questa scena ha un valore educativo fondamentale. Va interpretata con sentimento'. Non è servito a molto, almeno a giudicare da quanto si vede e si sente negli stadi. E' triste ammetterlo. Ma è proprio così".

Althaus ha raccontato di aver vissuto episodi di razzismo anche nel mondo dello spettacolo, come una volta in cui gli fu rifiutato uno scatto accanto a Susan Sarandon: "Ero sottobraccio a lei. Ma al momento della foto, mi dissero che era meglio se mi fossi allontanato.... Negli hotel, poi, i camerieri rimanevano perplessi quando uno come me ordinava champagne".

Tornando al calcio e al film che lo ha reso celebre, 'Aristoteles' ha svelato il suo 'segreto' per battere i calci di punizione: "Tutto merito di Carletto Ancelotti. Anche lui come Zico, Graziani, Pruzzo, De Sisti, Spinosi, Chierico, Scarnecchia e Damiani faceva parte delle comparse calcistiche del film. Quando arrivò la scena della punizione, Carletto si avvicinò e mi disse come dovevo posizionare il corpo al momento di calciare il pallone".

Nonostante fosse una commedia, il film secondo Althaus ha anticipato scandali successivi: "Anche su quel fronte il film è stato profetico, anticipando il fenomeno di Calciopoli e denunciando un certo tipo di arretratezza culturale che ancora caratterizza alcuni ambienti calcistici".

Nella lunga intervista l'attore svizzero non si è però sbottonato sulla squadra per cui fa il tifo: "Io tengo solo per la mia Longobarda - ha detto - Se c'è una squadra che le assomiglia? L'Atalanta. Tra i ragazzi guidati da Gasperini si vede che c'è un grande spirito di gruppo".